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Bellissima intervista rilasciata da Elia Calatti per l'Informatore



L’anno solare 2022 dell’AS Basso Ceresio non può che classificarsi come il miglior anno di sempre del sodalizio nato dalla fusione dello scorso anno – calcisticamente parlando – tra Arogno e Rovio. Il club giallorosso ha ottenuto la promozione in Terza Lega nella passata stagione. E da “cenerentola” sta primeggiando nel Gruppo 1 di Terza Lega. Nove vittorie, un pareggio e tre sconfitte: è questo il ruolino di marcia della truppa allenata dal tandem Padula e Sala. Tradotto: primo posto in cassaforte al giro di boa con un vantaggio di tre punti su Ligornetto e Breganzona. Un girone d’andata sensazionale che ripercorriamo con l’esterno offensivo Elia Calatti.

Elia, un anno da brividi… È così. Stiamo cavalcando l’onda dell’entusiasmo che ci accompagna sin dalla costituzione della società che, per quanto difficile credere, è avvenuta solo l’anno scorso. La fusione ha unito un gruppo di giovani della regione che, praticamente, è sempre stato legato a questa realtà fin dagli allievi. La promozione in Terza Lega ci ha dato la consapevolezza dei nostri mezzi. Siamo, ovviamente, molto contenti e motivati.

Cosa può dare Elia Calatti al Basso Ceresio? In primis direi delle risate, che non guastano mai. In campo, invece, direi tanta corsa e sacrificio in fase difensiva. È cambiato l’obiettivo dopo l’ottimo girone d’andata? Non mi piace nascondermi, ma nemmeno fare proclami esagerati. Intendiamo continuare a divertirci, provando a vincere il maggior numero di partite. A giugno tireremo le somme. Non nego che, personalmente, sarebbe bello continuare a duellare per la promozione fino alla fine.

In cosa dovete migliorare, a tuo avviso? In fase difensiva sicuramente. Subiamo troppi gol, soprattutto su palla inattiva. E questo è un demerito di tutti.

Il vostro punto di forza? Sembrerà banale, ma è sicuramente il gruppo. È questo che ci ha permesso di sorprendere e andare oltre ogni aspettativa. Siamo una famiglia e ci vogliamo bene. Remiamo tutti nella stessa direzione, senza dimenticare l’aspetto principale di questo sport: il divertimento.

Quale caratteristica “ruberesti”, e a chi, dei tuoi compagni? In primis, il fiuto del gol di Sebastiano Livi, mio carissimo amico, la capacità di essere decisivo quando serve a Federico Scacchi, a ‘Lele’ Bernasconi l’eleganza e se trovassi un genio della lampada particolarmente generoso, anche la tecnica di base a Luca Greco.

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